“Il Sindaco di Siracusa ritiri il bando per il servizio idrico”, tuona l’onorevole Giovanni Cafeo

“Nell’esclusivo interesse dei cittadini siracusani che meritano un servizio idrico all’altezza riteniamo sia utile ripensare l’impostazione del bando, ritirando in autotutela quello attuale, anche al fine di evitare gli inevitabili contenziosi le cui conseguenze, come sempre, ricadrebbero sulla qualità del servizio e quindi sugli stessi cittadini”, a scrivere questo “j’accuse” non è un oppositore del Sindaco Francesco Italia, ma l’onorevole Giovanni Cafeo di Italia Viva, partito presente nella giunta comunale di Siracusa con ben tre assessori.

L’onorevole Cafeo in un documento pubblico si schiera quindi fra i contestatori del provvedimento: “Il bando recentemente annunciato dal comune di Siracusa presenta alcune incongruenze e disattenzioni che, se viste nell’insieme, rischiano di renderlo più un disincentivo agli investimenti che un’opportunità per la città. Non mi riferisco in particolare alla tanto discussa clausola sociale che, seppur presente nel bando come atto dovuto secondo il codice degli appalti, non garantisce comunque l’assunzione di tutta la forza lavoro attualmente in capo al gestore, ma più in generale all’intera impostazione del bando – prosegue Cafeo – incentrato non sugli investimenti e sull’ammodernamento della rete ma sull’erogazione dei servizi. Su un massimo di 75 punti assegnabili infatti, soltanto una decina riferiscono a nuovi investimenti mentre il resto del punteggio sembra voler premiare non un gestore che con spirito imprenditoriale decide di puntare a migliorare impianti e condotte, ma chi si impegna a svolgere il semplice ruolo di erogatore di servizi, provvedendo in caso di guasti ai soliti interventi emergenziali di tappatura delle falle. Le conseguenze di questo approccio sono evidenti, in primo luogo, alla luce delle condizioni attuali degli impianti, l’assenza di prospettiva di ritorno degli investimenti disincentiva la partecipazione al bando – spiega ancora Cafeo – senza dimenticare la durata prevista, di soli due anni con possibilità di una proroga, altro elemento che blocca sul nascere qualunque velleità di investimento serio sulla rete”.

L’onorevole Cafeo avanza anche delle proposte da inserire nel nuovo bando, sempre che il Sindaco Italia le voglia recepire: “Si sarebbe potuto prevedere ad esempio una durata del bando legata all’effettiva partenza dell’ATI pubblica destinata in futuro alla gestione del servizio idrico ma soprattutto si sarebbe potuto impostare la necessaria rimodulazione dei costi non a scapito del personale ma sul taglio dei costi fissi, ad esempio quelli spropositati dell’energia, dando un punteggio maggiore a chi si impegnerà nell’ammodernamento dei macchinari e nella riduzione della dispersione idrica. L’idea che per rispettare l’obiettivo di riduzione dei costi e al contempo ampliare la teorica platea dei partecipanti al bando si possa intervenire soltanto sul personale è concettualmente sbagliata perché distrae l’attenzione dal vero problema degli impianti, ossia la necessità di investimenti volti all’ammodernamento dell’intera rete. Gli investimenti effettuati avrebbero poi la tutela della cosiddetta clausola “Arera” – conclude Cafeo – ossia la possibilità, prevista dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, di spalmare i costi sostenuti nel tempo anche nei confronti dell’eventuale gestore subentrante”.

Lino Di Tommaso

 

 

 

 

 

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