Il sindaco Francesco Italia mette a bagnomaria Spadaro e Imbrò nominandoli “futuri assessori”

“Ringrazio Alessandro Spadaro e Sergio Imbrò che hanno accolto la mia richiesta di attendere la composizione del quadro politico che consentirà il loro ingresso in Giunta. A tal proposito, come ho detto in modo chiaro a tutti gli interlocutori, ribadisco che il problema di garantire la parità di genere non riguarda il sindaco ma tutta la squadra e dunque va risolto insieme, trovando soluzioni comuni; in assenza di soluzioni comuni, sarà il sindaco a decidere. Ci tengo a dirlo per evitare fraintendimenti e dichiarando ancora una volta che ho tutta l’intenzione di mantenere l’impegno preso con Spadaro e Imbrò», parola di Francesco Italia sindaco di Siracusa.

Negli anni la politica italiana e siracusana ci ha abituato a ogni possibile e inimmaginabile giravolta; esponenti politici di primo piano e persino partiti, saltellare da una coalizione all’altra, affermazioni e prese di posizione cambiare o capovolgersi con la stessa rapidità delle banderuole al vento.

A commento delle dichiarazioni del Sindaco di Siracusa, messe persino per iscritto, si può affermare che mai era accaduto un fatto simile paragonabile, forse, ad una pole position annunciata ma in Formula Uno non in politica. Il primo cittadino, con tanto di nomi e cognomi, indica due esponenti politici tranquillizzandoli sulla parola data e sul fatto che prima o poi diventeranno assessori.

Non è forse il Sindaco a indicare e nominare gli assessori ormai da tre decenni? Prima della riforma questo ruolo era appannaggio dei partiti che indicavano il primo cittadino e la giunta in base agli accordi sottoscritti.

Se il Sindaco Italia crede che Alessandro Spadaro e Sergio Imbrò costituiscano una risorsa non rinunciabile per la città, li nomini subito. Non perda altro tempo prezioso.

Se viceversa Francesco Italia, che ha vinto ben due elezioni proclamandosi “l’anti partito” e il paladino contrario agli inciuci dei partiti, si sottopone all’antico rito della politica si può tranquillamente affermare che ha perso quel ruolo che si era ritagliato ed è diventato un normale sindaco che si dimena fra i lacci e i lacciuoli della compensazione politica-partitica.

Lino Di Tommaso

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