Riusciranno i politici siracusani a marciare uniti per salvare la sanità nella nostra provincia?

Si fa lungo l’elenco dei politici siracusani che s’interrogano sullo stato della “Sanità” siracusana. Critiche, suggerimenti e appelli sono stati formulati da destra, da centro e da sinistra. Avere messo la sanità al centro del dibattito politico è cosa buona e giusta soprattutto dopo due anni di pandemia che hanno ampliato notevolmente le croniche disfunzioni. I cittadini di questa provincia hanno toccato con mano le carenze e le inefficienze della principale industria, dal punto di vista degli occupati, del territorio che ha come obiettivo il benessere comune.

Dopo anni di silenzi, spesso con clamorose connivenze dei politici nostrani colpevoli di avere provocato il depauperamento della sanità nei territori, oggi almeno c’è la possibilità di discutere al di fuori delle stanze chiuse del potere. A maggiore ragione questo dibattito diventa importante visto che qualche passo in avanti si è fatto per la realizzazione di quell’ospedale provinciale da troppi anni atteso.

Questo dibattito rischia però di restare fine a se stesso se la classe politica siracusana non saprà imporsi dove si prendono le decisioni sulla sanità cioè a Palermo.

Campanilismo. Brutta parola che dalle nostre parti è diventata una sorta di giustificazione per chi ha detto ai concittadini: “Ho fatto tutto il possibile per voi”. Il recente passato è sotto gli occhi di tutti, in particolare la guerra fra poveri per salvaguardare qualche reparto degli ospedali di Noto e Avola e in quelli di Lentini e Augusta, con le municipalità che si sono spese per strappare magari solo qualche medico in più. Tutto questo mentre nella vicina Catania hanno inaugurato ospedali nuovi di zecca a ripetizione mentre qui si discuteva di chiudere questo o quel reparto o di dismettere, finalmente, il vetusto e inadeguato ospedale di Siracusa per realizzarne uno nuovo ed efficiente.

Arriveranno dei soldi grazie al PNRR, ma la nostra classe politica sarà capace di mettere da parte le bandierine di parte e come “un sol uomo” a pensare al bene della collettività dotando finalmente questa provincia di una sanità efficiente dal punto di vista delle strutture. Oppure resteremo la colonia di qualche altra provincia dove la classe politica è capace di mettere da parte le proprie piccole beghe personali per mettere a disposizione dei cittadini strutture, mezzi e uomini all’altezza?

Lino Di Tommaso

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