Eos, a vent’anni dallo scudetto.Izzi: “Il trionfo di Maria Zocco”

Nella foto l'Eos campione d'Italia nella stagione 1999-2000
Venti anni per ricordare una delle pagine più belle dello sport siracusano, quelle dello scudetto dell’Eos femminile, nella stagione 1999-20. Sarebbe stato il quinto scudetto per la nostra città, dopo i trionfi dell’Ortigia maschile e della Canottieri Siracusa nella canoapolo. In seguito sarebbero arrivati  nel tennistavolo e ancora con la canoapolo con il ciclo del Kst di Arganese.
La vittoria dell’Eos ha avuto, indubbiamente, al di la della forza dell’organico, una grande protagonista: Maria Zocco. A quasi dieci anni dalla sua scomparsa, il suo ricordo è ancora vivo in tutti gli appassionati siracusani. Tenace, battagliera, ma, nello stesso tempo, disponibile e dal cuore grande, dopo Concetto Lo Bello, probabilmente, il miglior dirigente sportivo che questa città abbia mai conosciuto. Il suo sogno era quello di vincere uno scudetto e per riuscirci aveva allestito un’ ottima squadra con due punte di diamante che erano le straniere, Gaby Manea e Lidia Draganescu. E poi elementi del calibro di Verena Wolf in porta , Jelaska,Bugli, Russo,Lo Piano,Ricupero, le giovanissime Bazzano, Ilardo, Dell’Arte, Zafarana,Bellanich.
” E in panchina lei e suo figlio Alberto, General Manager, vollero fortemente me- ricorda commosso il tecnico campione d’Italia Andrea Izzi – più volte la Signora Maria, scherzando diceva : “ Ho avuto i migliori allenatori italiani e stranieri, ma ci voleva un “tintu sarausanu”, per farmi vincere lo scudetto“. Quell’anno avevamo conquistato 76 punti , frutto di 25 vittorie,un pareggio(a Messina) e due sole sconfitte (Cassano in casa,e ad Enna), vincendo il campionato per un solo punto sull’Enna che chiuse a 75. Giocavamo un’ottima pallamano-continua Izzi – veloce,tecnica,ma il nostro punto di forza era la difesa. Un fattore che aveva fatto la differenza ai fini del successo finale. Ricordi particolari ? Non ho dubbi : gli ultimi 40 secondi della partita con Cassano Magnago, eravamo in difesa, avanti di una sola rete e  rimasti in campo in tre, in quanto avevo chiesto alla squadra di commettere falli sistematici, per fare scorrere il tempo. Questa mia strategia di gioco, impedì all’avversario di segnare il gol del pareggio,portandoci al fischio finale sul +1. Solo dopo quella partita, che era cruciale per noi, capii che avremmo vinto lo scudetto.Sono molto fiero ed orgoglioso di averlo regalato alla mia città- conclude Andrea Izzi- ma è altrettanto vero che, senza la passione , la tenacia di una donna fortissima, e il suo sacrifico economico, tutto questo non sarebbe stato possibile.Grazie Signora Maria”.