Le dimissioni di Salvo Adorno da segretario provinciale del PD richieste da trentasette dirigenti

“E’ iniziato un tempo di collaborazione e non di contrapposizione, di unione in un progetto ambizioso, faticoso, popolare, coinvolgente che si coniughi con le sensibilità e le istanze dei territori e rilanci il Partito Democratico rendendolo motore della partecipazione delle comunità alle scelte. Queste considerazioni ci spingono a ritenere che il Segretario Provinciale Salvo Adorno dovrebbe dare le dimissioni dalla carica che ha sinora ricoperto per avviare una nuova pagina di gestione condivisa del Partito Democratico della provincia di Siracusa, che potrà avvenire solo lavorando insieme con spirito di servizio e rispetto reciproco. In questo anno, a nostro avviso, è stata sprecata una grande opportunità e l’avvio di una nuova fase, che auspichiamo avvenga in modo composto, ci offre la possibilità di costruire un futuro unitario per il partito che vogliamo che deve essere progressista nei valori, riformista nei metodi, radicale nei comportamenti”.

Com’era prevedibile è arrivata dall’opposizione interna ad Adorno la richiesta di dimissioni del segretario provinciale del PD. Nulla di nuovo sotto il sole dato che Enzo Pupillo, leader questa componente, chiese di invalidare l’elezione di Adorno un minuto dopo l’elezione del segretario provinciale. A sottoscrivere il documento 33 componenti l’assemblea provinciale con diritto di voto e altri quattro di diritto. La mossa di Area Dem era nell’aria dopo l’accusa di immobilismo alla segreteria provinciale avanzata nei giorni scorsi dagli orfiniani e da singoli esponenti del partito.

“Lo stato di stallo in cui si trova oggi il Partito Democratico della provincia di Siracusa è una situazione nella quale non ci sentiamo a nostro agio – scrivono i 37 dirigenti provinciali -. Non si avverte la spinta che sarebbe necessaria per contribuire a cambiare le cose. Sembra una condizione di assenza di ossigeno, senza respiro e con lo sguardo appannato. E’ una sensazione sgradevole che ci convince che nessuna svolta positiva potrà arrivare da parte dell’attuale Segretario Provinciale, dopo quasi un anno di attese e di speranze conseguenti al congresso tenutosi il 21 giugno 2020 che ha visto l’elezione di Salvo Adorno alla carica di Segretario Provinciale del Partito Democratico della provincia di Siracusa. I fatti e le dichiarazioni degli ultimi giorni hanno irrimediabilmente aggravato lo stato di crisi. E’ stato un anno nel quale il partito è rimasto fermo, immobile, senza momenti di partecipazione e confronto e senza saper sviluppare un’azione incisiva in grado attrarre consenso. In questo anno il gruppo dirigente ha interloquito soltanto attraverso articoli di giornale e dichiarazioni a mezzo stampa, senza alcun reale coinvolgimento collettivo e senza discussioni all’interno degli organismi eletti dal Congresso. In talune circostanze questo comportamento è apparso quasi come una provocazione, una sorta di sfida ad accendere la polemica con lo scopo di evidenziare che coloro che non avevano condiviso l’impostazione del Segretario fossero animati da una volontà distruttiva nei confronti del partito”.

Le accuse di questa importante parte del PD, 33 delegati su 72 aventi diritto al voto, sono simili a quelle rilanciate dagli Orfiniani: “Abbiamo vissuto un anno nel quale nessuna delle sporadiche iniziative assunte dal partito è stata concordata e condivisa; nel quale ognuno si è arrogato il diritto di parlare pubblicamente in nome e per conto del Partito Democratico su questioni sulle quali nessun deliberato degli organi statutariamente eletti era mai stato preso. Abbiamo vissuto un anno nel quale gli organi che avrebbero dovuto presiedere al corretto funzionamento del partito non sono stati costituiti (la Direzione Provinciale, il Comitato di Tesoreria) o sono stati bloccati (la Commissione Provinciale di Garanzia) per la pretesa di imporre decisioni dirette a controllarli; nel quale non sono state affrontate e approfondite questioni fondamentali quali le elezioni amministrative nei Comuni e la successiva analisi del voto, con effetti drammaticamente negativi nella tornata del 2020 a partire da quello di non aver neppure presentato una lista di riferimento del PD nelle elezioni comunali di Augusta, secondo centro della provincia per importanza e dimensione”.

Per la componente guidata da Enzo Pupillo occorre cambiare metodo e dare inizio al dialogo: “E’ perdurata una logica di “vincitori e vinti” che ha avuto come unico effetto l’annullamento di ogni forma di presenza sostanziale utile ad affrontare la fase che si stava e si sta vivendo e la classificazione di ogni questione sollevata all’interno di uno schema di sopravvivenza di gruppo dirigente, a prescindere da oggettive valutazioni di merito e di metodo. Questo è accaduto nonostante, invece, in sede nazionale nel partito è sempre prevalso il senso del dovere e quello dello Stato, anche quando la situazione è diventata estremamente difficoltosa e, stando al Governo, il partito si è venuto a trovare ad affrontare una rotta incerta e insicura”.

Al momento appare difficile fare pronostici sul futuro del PD nella nostra provincia, i numeri dicono che si saldasse l’asse Area Dem, Orfiniani e Base Riformista ci sarebbero i presupposti per eleggere un nuovo segretario provinciale. In politica però due più due non fa sempre quattro, quindi gli scenari futuri sono molteplici.

Lino Di Tommaso

 

 

 

 

 

 

 

 

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