I tormenti amletici del Partito Democratico sul suo futuro alle comunali di Siracusa

Il Pd è prigioniero del Sindaco di Siracusa Francesco Italia? La risposta è complessa perché il Partito democratico è un insieme dai mille volti e di cento sfaccettature. Una parte dei democratici siracusani ha governato in questi cinque anni con il Sindaco Italia essendo stata rappresentata sempre in giunta da almeno un paio di assessori. Si tratta dell’area che fa riferimento al duo Cutrufo-Firenze e di quella di Gentile-Amenta. A questi due pezzi importanti del partito si è aggiunto il neo deputato regionale Tiziano Spada, apparentemente una new entry del Pd, in realtà Spada è stato un militante vicinissimo a Giovanni Cafeo quando quest’ultimo era un esponente di primo piano e parlamentare regionale dello stesso Pd.

Chi è restato fuori dall’abbraccio dell’amministrazione Italia in questi cinque anni? Tre anime del Pd altrettanto pesanti di quelle presenti in giunta. La prima è riconducibile al duo Santino Romano, segretario cittadino, e Marco Monterosso; la seconda ha come punto di riferimento l’ex assessore regionale Bruno Marziano ed infine la terza, ma forse la più “pesante”, riconducibile all’ex segretario provinciale Salvo Adorno, a Marika Cirone Di Marco e a Massimo Milazzo.

Queste tre componenti maggioritarie nel capoluogo hanno traghettato il Pd, almeno in maniera ufficiale, all’opposizione della giunta Italia e cercato accordi con altri soggetti politici per individuare un candidato a sindaco alternativo. L’impressione è che questi rapporti di forza si capovolgano sul piano provinciale dove ci dovrebbe essere una maggioranza favorevole ad appoggiare la ricandidatura di Francesco Italia.

La fase congressuale nazionale del Pd, con la “scomparsa” delle correnti e la formazione delle mozioni e dei sostenitori delle varie mozioni a sostegno  non sembra essere in grado di sciogliere il nodo dei rapporti con l’amministrazione del Sindaco Italia. Il senatore Antonio Nicita, commissario provinciale del Pd, ha dato un mese di tempo alle componenti per trovare un’intesa comune sulla vicenda cioè se il Pd alle amministrative di primavera dovrà stare con Italia oppure trovare un altro candidato.

Gli scenari alternativi al dilemma “stare con o contro Italia” sono addirittura catastrofici per i democratici; andare alle elezioni da soli non ha funzionato cinque anni fa con un Pd più forte ed oggi avrebbe effetti devastanti. La soluzione potrebbe essere un’alleanza con Lealtà e Condivisione e con altri partitini di sinistra a sostegno della candidatura del leader di Lealtà Carlo Gradenigo. Uno scenario questo da pace interna ma di scarso appeal esterno.

Questo fine settimana è ricco di incontri e riunioni per i democratici siracusani anche perché alla fine la politica è l’arte del compromesso e si cercherà di salvare capre e cavoli. Chi farà il passo indietro: chi è stato con Italia, o chi è stato sempre contro? La prospettiva è, se non di un’implosione o addirittura una diaspora, di qualche abbandono clamoroso.

Lino Di Tommaso

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