Pupillo e Adorno del PD plaudono all’incarico a Draghi, Cavallaro di FdI avanza dubbi e riserve

Alcuni politici siracusani partecipano al dibattito sull’incarico affidato a Mario Draghi di formare il nuovo Governo della Repubblica. Si tratta di post e considerazioni personali affidate perlopiù ai social, le posizioni rispecchiano le posizioni dei partiti a livello nazionale.

Enzo Pupillo, dirigente regionale del Partito Democratico, è prudente e preoccupato per il Meridione: “Tutti i partiti, sia pure con sfumature diverse, hanno deciso di sedere dalla parte del torto nonostante i posti dalla parte della ragione fossero liberi. Il perimetro e le motivazioni del nuovo Governo li ha illustrati con assoluta chiarezza il Presidente della Repubblica quando ha affidato l’incarico a Draghi: sono dettati dall’emergenza sanitaria, economica e sociale che il Paese sta vivendo. Dissertare oltre è inutile e fuorviante, produce solo continue sconfessioni di se stessi che minano ulteriormente la già precaria credibilità della politica. Piuttosto occorrerebbe concentrarsi e unirsi su un punto: evitare che, come sempre, il prezzo più alto lo paghino i meridionali. Perché l’emergenza non è uguale per tutti”.

E’ leggermente più ottimista Salvo Adorno, segretario provinciale del PD: “Non ho dubbi sull’impianto europeista e democratico che Draghi darà al suo programma, se la Lega vorrà sostenerlo sarà una vittoria netta sul sovranismo populista, che rinuncia alle sue ragioni di essere. Il governo Draghi ridefinirà tutti gli equilibri politici e rimetterà in gioco l’idea di futuro della nazione. Il PD non può limitarsi ad attraversare sottotraccia questa fase, deve agire da protagonista. Deve assumere il compito di dimostrare che Europa, ambiente, innovazione e solidarietà possono marciare insieme. Deve dimostrare che è possibile rimettere in gioco l’uguaglianza in una società che ha ormai il suo cardine nell’individuo. Il PD deve soprattutto tornare a svolgere il suo ruolo di partito. Deve ritrovare il suo rapporto con la società, radicarsi tra la gente, coglierne i bisogni, alimentare la discussione sulle politiche del governo, riscoprire il piacere della militanza. Deve tornare a presidiare il territorio. Questa è la scommessa: ripartire dal territorio per affrontare la vita post Covid, dove nulla sarà come prima”.

Sposa le tesi illustrate da Georgia Meloni, Paolo Cavallaro presidente del circolo Aretusa di Siracusa: “C’è chi aderisce a partiti e fa politica aspettando una spillina da attaccare al petto. Resta immobile in attesa, sperando in qualche premio per la fedeltà, oppure di trionfare per la propria squadra del cuore se vince. C’è chi invece vede la politica come la migliore forma di cittadinanza attiva, di partecipazione alle dinamiche che conducono alla risoluzione dei problemi.

C’è a chi interessa il cambiamento, se ne vuole fare promotore, senza spilline senza premi fedeltà. Chi si impegna per il cambiamento senza volere nulla in cambio. Chi insegue il sogno di una società diversa. Voi chi preferite?”.

Lino Di Tommaso

 

 

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