Ortigia sprecona a Torino.Marotta: “Due punti persi”

Ortigia sprecona. Dopo il Savona arriva il secondo pareggio consecutivo dell’Ortigia, che non va oltre l’8-8 in casa del Torino 81, sotto addirittura di due reti a 3 minuti dalla fine. Per la squadra di Piccardo due punti persi.
Ortigia getta alle ortiche la possibilità di espugnare la piscina Monumentale e portare a casa tre punti pesanti. I biancoverdi si fanno rimontare dai piemontesi. Partita equilibrata per merito della squadra di casa. Il tecnico tSimone Aversa, priva del portiere titolare Rolle (tra i pali il secondo Aldi), ha sfoderato una prova tutta grinta.

L’Ortigia parte bene, ma nel secondo quarto i locali sono riusciti ad annullare il primo break biancoverde con Napolitano e Vapenski (4-2) con le superiorità di D’Souza e Daniel Presciutti agguantano il pari poco prima dell’intervallo lungo. Il Torino non molla.Vuksanovic replica a Vapenski e Novara,in avvio di ultimo quarto, risponde a Napolitano siglando il 6-6.

I biancoverdi aumentano l’intensità delle loro giocate e grazie alla qualità dei singoli sembrano indirizzare la gara a loro favore con le reti di Vapenski e Giacoppo. Purtroppo alcuni cali di tensione compromettono una gara ormai vinta. Nei tre minuti finali, il Torino si rialza e con grande cuore agguanta un punto prezioso, quanto insperato. Prima il mancino  Novara accorcia le distanze per l’8-7. A  39’’ dalla sirena è Gaffuri a realizzare la rete del definitivo 8-8. All’ Ortigia non sono bastate le prestazioni di Vapenski e Napolitano che hanno realizzato una tripletta a testa.
Deluso a fine gara il vice presidente Marcello Marotta. ” Non possiamo essere soddisfatti di questo pareggio- spiega il dirigente biancoverde- sono due punti persi. Bisogna avere maggiore consapevolezza dei propri mezzi e avere la capacità chiudere le partite. Ci siamo fatti riprendere non riuscendo a gestire un doppio vantaggio.In certe piscine, come la Monumentale di Torino, non dovevamo trascinarci il risultato sino alla fine. Certe gare bisogna vincerle”. .

 

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