Un altro Sindaco del siracusano getta la spugna e si dimette. Si tratta di Gaetano Montoneri Sindaco di Portopalo, che non ha ritenuto esserci più le condizioni per continuare a governare il centro marinaro più a sud della nostra provincia. E’ probabile che i cittadini di Portopalo siano chiamati al voto la prossima primavera quando si apriranno le urne in altri cinque comuni del siracusano: Avola, Canicattini, Cassaro, Melilli e Solarino.
Sono ormai diversi i Sindaci del siracusano, dimissionari o sfiduciati, che hanno gettato la spugna prima del completamento del mandato. L’elezione diretta dei sindaci, per alcuni decenni, è stata da esempio per la politica tanto da fare pensare di cambiare la legge nazionale per eleggere una sorta di Sindaco d’Italia, inoltre, in passato i primi cittadini si dimettevano, raramente, magari solo per candidarsi alle Politiche. Oggi lo scenario è cambiato e l’elezione diretta non rappresenta più un tabù per la governabilità dei territori amministrati. Nel 2023 i Comuni del siracusano che avrebbero dovuto essere chiamati alle urne sarebbero stati sette (Buccheri, Buscemi, Francofonte, Palazzolo, Priolo, Siracusa, Rosolini e Portopalo) oggi sono cinque perché a Rosolini si voterà la settimana prossima e Portopalo andrà ad elezioni anticipate.
Più che di crisi della politica si dovrebbe parlare di crisi dei partiti e dei movimenti civici. E’ palese infatti il distacco creatosi fra quanto viene deciso nelle stanze più o meno segrete della politica con la volontà dei cittadini. I continui cambi di casacca e schieramento degli eletti finiscono col disorientare e con il fare diventare quanto meno inutile il voto, e quindi l’orientamento politico espresso dagli elettori. Ormai la crisi non riguarda più solo il Parlamento nazionale e l’assemblea regionale siciliana, ha travolto anche gli amministratori locali che dovrebbero essere coloro più vicini ai cittadini ed alle loro istanze.
Un tempo la trasversalità delle proposte elettorali riguardava solo i centri dove si votava con il sistema maggioritario, mentre con il proporzionale c’erano delle liste che avevano un orientamento preciso e ben definito. Oggi la trasversalità è diventata una sorta di regola generale che serve solo a fare confusione e creare incertezza. Se è vero che amministrare una città prescinde in tanti aspetti dall’orientamento politico, è anche vero che ci dovrebbero essere dei temi dirimenti e delle scelte da fare che non possono essere buone per tutti.
Lino Di Tommaso