I dilemmi politici del PD riconciliato: il rapporto con il Sindaco Italia e la lista per le Regionali

La base dell’armistizio siglato nei giorni scorsi dalle varie correnti interne dei democratici è stata l’accettazione della candidatura di Gaetano Cutrufo e il respingimento di quella dell’esterno, ex PD, Tiziano Spada nella lista per le elezioni Regionali. Le componenti del Partito Democratico siracusano hanno quindi siglato l’intesa su questa base lasciando fuori altri temi di una certa rilevanza.

Sui tempi di resistenza di questo armistizio è la domanda da farsi. Il PD cambierà l’atteggiamento nei confronti dell’amministrazione comunale di Siracusa oppure continuerà a considerarla “nemica”? E cosa faranno gli assessori con tessera del PD in tasca presenti nella giunta di Francesco Italia per conto del dirigente regionale PD Gaetano Cutrufo?

L’altra domanda riguarda proprio l’accordo siglato per le Regionali. Per affossare l’ipotesi della candidatura esterna di Tiziano Spada alle Regionali sia il segretario provinciale Salvo Adorno sia il capofila degli orlandiani Bruno Marziano hanno utilizzato la metafora del partito che non può trasformarsi in un autobus su cui salire e scendere a proprio piacimento. Adorno e Marziano hanno chiuso quindi la porta in faccia ad una corposa trasfusione di voti esterni, anche se presumibilmente queste preferenze andranno nella lista del candidato presidente per i progressisti alle Regionali e non al centrodestra. E il nome dell’europarlamentare PD Caterina Chinnici, non è stato fatto a caso. Il problema allora è dove troverà il PD siracusano quei voti capaci di fare scattare il quorum per il partito nella nostra provincia. Molte delle preferenze che andranno a Spada sono stati del PD nel 2017 visto che il candidato di riferimento dell’area Spada era Giovanni Cafeo, il cui bottino elettorale fu di oltre settemila preferenze. Ergo il PD dovrà fare i conti con altri numeri. E’ vero che Gaetano Cutrufo ottenne cinque anni fa un considerevole risultato elettorale, oltre sei mila preferenze nelle fila di Alternativa Popolare, ma quanti di quei voti saranno recuperati?

La soglia di garanzia per eleggere uno dei cinque parlamentari espressi dalla nostra provincia si aggira sui 15 mila voti ciò vuol dire che il Partito Democratico deve trovare altri quattro candidati in grado di ottenere dai 9 ai 10 mila voti partendo dal fatto che Cutrufo sia capace di ripetere il l’exploit elettorale di cinque anni fa. E’ da considerarsi velleitario un accordo fra le varie componenti in grado di convergere su un candidato alternativo, il prescelto o la prescelta, capace di ottenere gli stessi voti di Cutrufo che sommati a quelli di tre candidati di bandiera siano in grado di fare scattare il seggio?

Si torna quindi al quesito di partenza: aprire ad una candidatura esterna capace di portare consensi al PD che altrimenti andrebbero verso altri lidi, oppure puntare sulla forza dei militanti democratici che si spenderebbero a favore del partito senza porsi alcun obiettivo se non quello di fare scattare il seggio a prescindere di chi sarà eletto.

Lino Di Tommaso

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