Covid-19, ancora tempi lunghi per gli esiti dei tamponi

Dopo la notizia di ieri dell’uomo 36enne, che per ben due volte si era sottoposto al tampone,ma il primo sarebbe stato smarrito e dell’altro si erano perso le tracce, e’ emerso un nuovo caso che ha come protagonista un’intera famiglia. A proposito dell’uomo, i medici dell’Asp di Siracusa hanno eseguito il terzo tampone.

Madre, padre e figli ancora in attesa degli esiti dei loro monitoraggi. A raccontarci la vicenda è la signora Solange Bouhaoual.

“Per me tutto ha inizio il 16 marzo (febbre 37,7, dolori forti sparsi in tutto il corpo, assenza di gusto e olfatto,bruciore agli occhi e affanno)-commenta la signora- così visto che mio marito aveva già avuto conferma di suoi colleghi positivi, mi reco al triage il 18 marzo e mi effettuano il tampone, sottolineo fuori dalla tenda blu in piedi. Chiedo quando avrò l’esito, mi rispondono  2 – 3 giorni e vado via. Torno a casa e continuo a prendere la tachipirina per febbre e dolori. I giorni passano, a mio marito confermano l’esito del suo tampone (effettuato il 17 marzo) Positivo. Ancora attesa, chiedo del m io tampone (ripeto il mio complicatissimo cognome) ma nulla. Lo scorso 24 marzo uno dei miei figli si sveglia dicendomi di sentirsi male. Vado su tutte le furie, chiamo i numeri e chiedo notizie del mio tampone e mi dicono: “non è stata possibile la lettura dobbiamo rifarlo”. Compiliamo la scheda al telefono e mi confermano che in mattinata verranno due ispettori dell’ ASP presso la mia abitazione. Così avviene, alle ore 13 eseguo il secondo tampone. A questo punto il mio pediatra sottolinea la necessità di fare il tampone ai bambini, che viene  effettuato il 27 marzo.  Chiedo sempre quando avrò l’esito del mio e dei bambini-conclude la signora Bouhaoual-  mi dicono che i tamponi vanno mandati a Messina e che mi avrebbero informato. Ad oggi non mi hanno mai contattato. Mio marito, nel frattempo, è stato ricoverato e dimesso. Grazie a Dio solo una lieve polmonite, segno evidente del virus”.