Amarcord azzurro, Zocchi: “Cadregari grande mister, ma gli piaceva troppo dormire”

Nella foto, Moreno Zocchi il primo accosciato da destra

Un solo anno, ma sufficiente per innamorarsi della città e della sua gente. Una stagione, quella del 90-91, caratterizzata da una salvezza raggiunta senza troppi patemi e dalle vittorie su Catania e Palermo. Fra i protagonisti anche Moreno Zocchi che, nel  suo curriculum calcistico vanta esperienze anche in piazze importanti come Siena, Trieste e Novara.

Appese le scarpette al chiodo, Zocchi ha intrapreso la carriera di direttore sportivo in società blasonate come Perugia, Spezia, Cremonese e Vicenza, tanto per citarne alcune. A Siracusa Zocchi è giunto appena vent’enne e ricorda con piacere quel campionato, il primo dell’era del carismatico tecnico cremasco.

“L’anno con Cadregari, terminato con la salvezza, fu straordinario sotto tanti punti di vista-racconta Zocchi- e di aneddoti ce ne sarebbero tantissimi da raccontare. Mi limito ad uno di questi: ogni due o tre giorni i venti giocatori pronti per l’allenamento, dovevano telefonare al mister per svegliarlo e farlo venire al campo insieme a Giorgi e Mazzuccato che, come lui, non erano ancora arrivati. Da notare che non esistevano cellulari e chiamavamo dal telefono a gettoni situato nello spogliatoio. Arrivavano puntualmente con 60/70 minuti di ritardo, ad allenamento quasi finito. Il mister era un grandissimo allenatore ed una grande persona-continua fra il serio e il faceto Zocchi- ma gli piaceva troppo dormire. L’allenamento veniva svolto da Patania, suo secondo. Grande gruppo e grande squadra, giovanissima. Grazie di avermi fatto ricordare quell’anno. Sono tornato con mia moglie e mia figlia a Siracusa nel 2016 dopo 26 anni. Ed è sempre fantastica”.